Siamo entrati nell’ultimo trimestre dell’anno e ancora non c’è niente di definito per il regolamento finale di quanto stabilito da una legge dello stato. Manca ancora il decreto quando si sa che dal 1 gennaio 2014 dovrebbe esserci l’obbligo. Nel caos del sistema politico italiano, questo non è certamento il primo dei problemi, anzi. Ma c’è un limite a tutto. Anche nel settore delle macchine agricole ci sono grandi problemi. Il mercato delle vendite di macchine agricole nuove sta crollando con tutte le conseguenze del caso soprattutto per le reti distributive. Sono circa 1200 aziende con migliaia di addetti tra cui molti nuclei familiari che possono entrare in un tunnel molto serio di mancanza di lavoro o forte riduzione dello stesso. E’ probababile che, in questa gravissima crisi, il vecchio parco macchine esistente (stime Unacoma parlano di 1,5 milioni di mezzi con oltre 20 anni di anzianità) debba essere utilizzato ancora per molte ore di lavoro.
In questo caso le norme di sicurezza oggi indispensabili per evitare incidenti mortali o meno, sono assolutamente insufficienti  con grave rischio per gli operatori. E la messa a norma delle stesse spesso  è impossibile da farsi su mezzi obsoleti. Le trattrici e le macchine agricole usate che invece dovranno essere , per forza, utilizzate per i lavori nei campi , devono essere messe a NORMA. Ovvero ci deve essere un sistema per verificare se lo sono. Quindi parlare di revisone obbligatoria non è dire un’eresia ma solamente ribadire che la SICUREZZA è un’obbligo che tutti i mezzi debbono rispettare, comprese le macchine agricole.
Ci sono strutture, come le Concessionarie di macchine agricole, che possono certificare questo passo e che possono organizzarsi per farlo con competenza assoluta. Che la discussione sia bloccata dai veti incorociati di Lobby associative di utilizzatori che si oppongono alla Revisone Obbligatoria è evidente ma inaccettabile.

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