In occasione del Capital Markets Day, svoltosi il 3 settembre 2019 a New York, CNH ha comunicato la divisione tra business stradale (Iveco, Iveco Bus, Heuliez Bus) e non stradale (Case IH, New Holland Agriculture, Steyr).

Il nuovo piano quinquennale 2020-2024 di CNH prevede una serie di investimenti in crescita, in particolare per l’automazione e la digitalizzazione. Come precisato da Meccagri, alcuni dei punti chiave di questo ambizioso piano quinquennale sono l’aumento del fatturato con un tasso di crescita annuo del 5% e 13 miliardi di dollari di investimenti per lo sviluppo del prodotto.

Inoltre, come riportato da Trattori Web, per CNH Industrial, le stime prevedono ricavi netti delle attività industriali tra 27 e 27,5 miliardi di dollari, con vendite in crescita anno su anno tra l’1 e il 2%.

La rivista TRATTORI, nel suo ultimo numero, scrive: “Se si focalizza l’attenzione sui big, gli operatori storici presenti a livello globale, (…) Il 2018 ha fatto faville; il 2019 segna un effettivo ‘ridimensionamento’ dei risultati attesi, pur sempre – tuttavia – in un quadro generale di business più che soddisfacente. Potessero vantare le stesse performance altri settori dell’economia mondiale, corteggiati dai mass media, il termine recessione sarebbe stato messo da tempo in naftalina.”

Ciò significa che per i costruttori tutto va bene come si vede da quanto affermato nei bilanci pubblicati sui loro siti web:

Aumento dell’utile netto dal 2017 al 2018:

Come risulta dall’indagine svolta per UNACMA da Format Research, gli utili netti dei concessionari (analizzati solo i concessionari in forma di società di capitali) mediamente arrivano all’1%. Gli utili netti dei concessionari, quando ci sono, variano tra i 20.000 e 120.000 € annui medi, ben al di sotto di quanto ci si aspetterebbe con gli investimenti e le garanzie prestate.

Se consideriamo questi dati, non possiamo che ribadire la domanda posta dal nostro presidente Unacma Roberto Rinaldin ai costruttori in occasione dell’incontri al TAO di Verona, svoltosi il 15 maggio 2019:

“Visto che i construttori continuano a farci vedere i loro bilanci con utili netti molto interessanti, dei quali siamo ben lieti, e visto che dall’indagine condotta per noi da Format Research gli utili netti dei nostri colleghi sono più vicini allo zero che all’uno per cento, non sarebbe il caso che i costruttori ci aiutassero soprattutto su tre temi importanti [costo della manodopera, costo della formazione, costo del materiale pubblicitario]?” (Fonte: Unacma Life, sett. 2019).

In effetti, da una parte le case costruttrici ottengono utili netti che consentono loro di investire sicuramente ma anche di distruibuire importanti dividendi agli investitori, dall’altra siamo comunque testimoni di un paese in crescita (sebbene contenuta), nel comparto della meccanizzazione agricola. A questo punto ci chiediamo: perché i rivenditori che contribuiscono a entrambi i progressi non dovrebbero anche loro beneficiare dei risultati?

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