I Concessionari dell’Auto riuniti in assemblea con tutte le problematiche di un anno “nerissimo”.per le vendite e per i margini.Quali problemi sono assimilabili alle reti agricole ?
Dopo un’Eima con i record degli espositori (Italiani e stranieri) e di visitatori ,è partito invece in grave sordina anche il maggiore show businnes italiano, il Motorshow di Bologna con soli 10 costruttori presenti e una serie impressionante di capannoni vuoti.Qualcuno degli addetti ai lavori, sussurrava tristemente quella del 2012 era l’edizione del Mo(r)toShow. La crisi del settore (meno 19,7%) non è da meno di quella delle immatricolazioni dei trattori (-17% cum ottobre). A fine anno il mercato delle auto raggiungerà il dato più basso dal 1977. Nei trattori finirà circa a 20000 unità il dato più basso degli ultimi 20 anni almeno. Una crisi similare che dovremmoi analizzare per vedere se le ripercussioni sulle reti distributive potranno essere confrontabili.
Nell’Automotive, la riduzione delle vendite unita alla drastica riduzione dei margini di vendita (oggi già in perdita sulla media stimata da Italia Bilanci per 2/3 delle reti) porterà (Stime Quintegia) ad un crollo del numero dei Concessionari Italiani che 10 anni fa erano 3450 e che sono stimati a non più di 1500 nei prossimi anni. Un dato clamoroso che il Presidente di FederAuto Pavan Bernacchi ha denunciato ancora una volta con una perdita gravissima anche negli addetti (stimati oggi a circa 178000 unità.
Certo il settore è di importanza primaria per il PIL italiano (11,4% ) con grandi impatti anche dal punto di vista delle entrate fiscali nazionali (16,6%). Tra i segnali “innovativi” della trasformazione del Motorshow , c’e il doppio salone dell‘OUTLET ovvero spazi dove si possono acquistare le auto a Km Zero od aziedali. Mai visto prima ! Un segnale di una trasformazione delle Fiere da esposizione a vendita diretta !!!
Se è vero che i Dealer del settore macchine agricoli non sono certamente in questa gravissima situazione, è altrettanto vero che molti indicatori ( anche stimati perchè il settore ancora non se li permette !!!) danno segnali molto preoccupanti. Il crollo del mercato è un dato inequivocabile e non si può non prevedere che anche le reti si dovranno conseguentemente adeguare per mancanza di spazio di businnes per tutti quelli che vi operano. Come è evidente anche un forte calo dei margini che sono ben distanti da quelli del vicino passato.
Cosa succederà ? Gia da alcuni anni il numero delle aziende della distribuzione del settore è in calo (- 20% dal 1998) ma il numerro globale (circa 1700 è ancora troppo alto) Sono in corso Ristrutturazioni e Concentrazioni, alcune spontanee alcune forzate dai Costruttori, ma riteniamo che non siano sufficienti ad equilibrare il mercato sul REALTA’ di Businnes che si sta ormai delineando.
E’ certo che il settore ( e al sua associazione Unacma in primis) dovrà accelerare l’analisi di questa trasformazione, studiarne l’evoluzione futura , trovando elementi da proporre agli associati e non, per prepararsi a questo cambiamento epocale.