C’è stata grande partecipazione di tutta Piacenza, all’evento svoltosi lo scorso 27 giugno nella sala dei Cinquecento in Piazza Cavalli per l’ufficializzazione della rinascita dei due marchi piacentini storici e con tante radici ancora presenti nel territorio. L’intuizione geniale di un manager, Andrea Bedosti ed i progetti di un colosso cinese del settore delle macchine agricole (Foton/Lovol) sono stati fondamentale per trasformare in atti concreti qualcosa che fino a pochi mesi fa sembrava irrealistico ed irrealizzabile. La storia industriale della famiglia Bubba e della fabbrica Arbos sono state rivisitate con l’aiuto di che c’era allora (operai ed imprenditori) e di chi l’ha studiata come storico per ripercorrere le tappe , prima pionieristiche poi industriali/commerciali in un cammino entusiasmante ma finito ,purtroppo, agli inizi degli anni 90.
La “lectio magistralis” di Andrea Bedosti, oggi Vice President di Lovol Foton,che ha chiuso il convegno, è stata una straordinaria e lungimirante spiegazione del perché tutto questo è successo e del perché un’azienda cinese di primaria importanza mondiale, parta da questa “storia interrotta” per riprendere un cammino Culturale ed Industriale che unirà idealmente la Via della Seta alla Via Emilia.
Gli Obiettivi del Gruppo Lovol Foton in Italia
“Le strategie industriali prima si creano poi si annunciano” questo sostiene Bedosti, preannunciando che l’azienda cinese una volta acquistati i due marchi e l’archivio storico con i disegni originali delle famose Mietitrebbie Arbos, è partita da questo Know-How tutto italiano per realizzare (ed il progetto è già molto avanti) per presentare un NUOVO PRODOTTO che debutterà alla prossima Fiera Internazionale di Hannover (nov 2015).
Siamo di fronte ad un progetto che non si limiterà a produrre nuovi trattori e nuove macchine agricole ma anche ad offrire un pieno coinvolgimento culturale ed industriale nel cuore della tradizione e delle genialità italiana nel settore delle macchine agricole laddove (Emilia Romagna e Friuli) è già presente una base eccezionale di conoscenze ed esperienze. Ci sarà anche una stretta connessione con le istituzioni politiche locali, con le scuole professionali e con le Università perché gli Investimenti del gruppo Cinese nelle due regioni coinvolte dimostrano già da ora che non si tratta di una “mera operazione di acquisizione” ma di un progetto completo basato sui principi prima esposti. I numeri che sono stati presentati al convegno dimostrano chiaramente come il settore italiano delle macchine agricole soffra, specialmente con le aziende medio piccole, di un fattore limitante, con problematiche di scarsa patrimonializzazione e relativa mancanza di “sufficienti capacita finanziarie di INVESTIRE in ricerca e sviluppo. A cui si aggiunge , in molti casi, un effetto di passaggio generazionale in crisi, passando dalla fase dei “grandi Pionieri”, geniali e dotati di una carica personale assolutamente unica, alla fase delle generazioni successive difficilmente in grado di ripercorrere la strada dei loro predecessori.
Ecco perché le istituzioni politiche debbono essere in grado di aiutare questo passaggio determinante per l’industria italiana attraverso un Piano Pubblico Integrato che punti soprattutto sulla salvaguardia di questo Patrimonio di Conoscenza nazionale, investendo sui Giovani e sulla Ricerca.

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