UNACMA Life - Settembre 2013 - www.unacma.itCambiano le regole!
Editoriale di Carlo Zamponi – Presidente UNACMA
Una cosa è certa! La gran parte delle concessionarie di macchine agricole non realizza più profitti adeguati agli investimenti e al lavoro svolto.
Questo avviene perché alcuni di noi devono ancora completare il percorso di una nuova razionalizzazione dell’azienda mantenendo metodi e procedure, ahimè, superati dalla velocità dei tempi che cambiano.
RESPONSABILITÀ DEI COSTRUTTORI
La responsabilità di tale situazione è anche delle strategie contrattualistiche e commerciali delle case produttrici che da una parte fanno intendere che puntano alla professionalizzazione della rete e dall’altra rincorrono margini sempre più alti per loro e più bassi per i concessionari. Infatti, in alcune sessioni di formazione, organizzate dai costruttori, viene fatto passare il messaggio che «marginare» l’1 o il 2% è già un buon risultato! Questo quando contestualmente, negli ultimi anni, molti bilanci di marchi full line raggiungono o superano un ricavo netto del 7-8% dopo le tasse. Negli anni sono cambiate le regole, o per meglio dire, sono unilateralmente redatte ad esclusivo interesse di chi le impone.
INDAGINE SUI CONTRATTI
Le regole però si cambiano con la contrattualistica. Ed è per questo che stiamo collaborando con un gruppo di ricerca delle Università di Bolzano, Roma 3 e del Collegio universitario di Barcellona per lo studio del Contratto di Concessionaria nel settore delle macchine agricole. Da tempo questi atenei stanno analizzando un centinaio di contratti di concessionaria attualmente in essere con tutte le case costruttrici di trattori e stipulati con rivenditori operanti in tutte le regioni d’Italia.
Unacma, inoltre, ha richiesto al coordinamento delle Università di interpellare anche Unacoma, in rappresentanza dei costruttori, proprio per realizzare un contratto tipo che non riporti prevaricazioni o condizionamenti che possano inficiare la modalità operativa e la tutela dei contraenti.
I costruttori hanno, ovviamente, la libertà di scegliere le strategie distributive più consone ai loro programmi di sviluppo ma, in un mondo che cambia ad una velocità impressionante, la distribuzione dovrebbe essere realizzata, eventualmente riunendo dei concessionari in comitati di marchio, per ridisegnare nuove forme di rapporti.
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