Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00429

presentata da DONATELLA AGOSTINELLI mercoledì 28 novembre 2018, seduta n.064

AGOSTINELLI – Ai Ministri delle infrastrutture e dei trasporti e delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo – Premesso che:

l’articolo 1 del decreto 20 maggio 2015 emanato dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, recante “Revisione generale periodica delle macchine agricole ed operatrici, ai sensi degli articoli 111 e 114 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285”, al comma 1 prescrive la revisione generale, con periodicità quinquennale, delle macchine agricole, di cui all’art. 57 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (trattori agricoli così come definiti nella direttiva n. 2003/37/CE del 26 maggio 2003, macchine agricole operatrici semoventi, rimorchi agricoli);

dall’emanazione del predetto decreto sono passati più di tre anni e, tra meno di due mesi, scadrà il termine per la seconda tranche di controlli, riguardante i trattori immatricolati dal 1974 al 1990. Nonostante la revisione sia obbligatoria, non è stato ancora adottato il relativo decreto attuativo (che deve stabilire nel dettaglio chi se ne occupa, che cosa controlla e come);

come ha sottolineato Roberto Guidotti di Cai (Confederazione agromeccanici e agricoltori italiani), “i primi a farne le spese sono le imprese agricole e agromeccaniche, che hanno da un lato l’obbligo di portare il veicolo a revisione, pena sanzione, e dall’altro però non hanno la possibilità di farlo” (“terraevita.edagricole”, dell’8 novembre 2018);

in caso di veicoli non a norma, oltre all’irrogazione di sanzioni, gli organi di Polizia stradale possono decidere il ritiro della carta di circolazione. Sicché, una volta decorso il termine per effettuare la revisione, considerato che in Italia il numero dei trattori immatricolati da oltre 30 anni ammonta a 680.000 unità (dati dell’Unione nazionale commercianti macchine agricole, Unacma), il numero dei veicoli sanzionabili o passibili di ritiro della carta di circolazione è particolarmente consistente;

in assenza di un decreto attuativo, profili di criticità si pongono anche con riguardo alla possibilità di assicurare i trattori non sottoposti a revisione e, quindi, non autorizzati alla circolazione. Ma anche ove il decreto attuativo fosse già in vigore, il rispetto del termine prestabilito, per tutti i trattori immatricolati, sarebbe comunque impossibile, mancando, al momento, un numero adeguato di officine certificate rispetto all’enorme mole di mezzi da controllare;

per i suddetti motivi, il segretario generale dell’Unione nazionale commercianti macchine agricole, Gianni Di Nardo, ha evidenziato che “Unacma si sta da anni impegnando per ampliare il numero di punti in cui eseguire la revisione attraverso la creazione di una rete di officine meccaniche certificate (Unacma Roc) e i lavori sono a buon punto”. Lo stesso Di Nardo ha ricordato l’impegno di Unacma verso politiche di sostegno agli agricoltori per favorire il rinnovo dei macchinari, nonché il progetto di recupero dei mezzi obsoleti destinati ai paesi in via di sviluppo (come si legge sull’articolo citato),

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo intendano provvedere quanto prima all’adozione del decreto attuativo in questione e se ritengano di assumere tutte le misure necessarie a rafforzare la rete delle officine meccaniche certificate.

Fonte: Agricolae

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